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Domande Frequenti

Risultato e costi sono gli stessi.
Lo sbiancamento alla poltrona si pratica applicando in studio un gel sbiancante ad alta concentrazione sui denti per un tempo di circa mezz’ora e bastano solitamente due sedute distanziate di 1 – 2 settimane.
Lo sbiancamento con mascherina, invece, viene effettuato direttamente dall’interessato a casa, applicando un gel sbiancante a bassa concentrazione all’interno di una mascherina, preparata dal dentista dopo aver preso le impronte dei denti. La mascherina si tiene in bocca un’ora al giorno per 14 giorni.

No, non arreca alcun danno, ma, in alcuni soggetti, può creare una maggiore sensibilità dentale.

Le faccette in ceramica danno migliori risultati estetici e non si inscuriscono col tempo, ma hanno tempi e costi molto superiori.
Le faccette in resina possono costituire un’ottima alternativa con tempi ridotti e costi più accessibili.

La durata dell’intervento viene definita di volta in volta dal dottore. Una volta fatta l’anestesia, il paziente non sentirà alcun dolore. La cosa molto importante è che egli segua meticolosamente le indicazioni postoperatorie suggerite.

In questi casi è indispensabile rivolgersi immediatamente al dentista. La ricostruzione può essere eseguita prontamente ma, la cosa importante, è monitorare la vitalità del dente nel tempo, almeno fino ad un anno dal trauma.

La cosa più semplice da fare, se le condizioni cliniche lo permettono, è inserire un impianto. In questo modo, non si vanno ad intaccare i denti vicini che dovrebbero essere limati e ridotti a monconi.  Anche dal punto di vista economico è più vantaggioso.

Si, ma solo dopo una valutazione del dentista perché è importante che il dente estratto non abbia delle infezioni in atto; l’alveolo che accoglierà l’impianto deve essere integro.
Si fa tutto in un’unica seduta e il paziente esce dallo studio con un dente provvisorio in bocca che garantisce l’estetica del sorriso. La cosa molto importante è seguire tutte le direttive date alla fine della seduta e non sottoporre il dente a sforzi masticatori eccessivi nei primi 2 – 3 mesi perché questo comprometterebbe l’esito dell’impianto.

Oggi abbiamo a disposizione dei materiali che permettono la rigenerazione ossea e rendono possibile l’inserimento di impianti anche dove lo spessore dell’osso è ridotto.
Ogni caso, però, deve essere valutato singolarmente dal clinico.

Dopo i 18 – 20 anni perché è necessario che la crescita e la maturazione delle ossa mascellari sia completata.

Se l’impianto è sottoposto ad un’attenta igiene quotidiana e a periodici controlli dal dentista, può durare anche per tutta la vita. Nel corso del tempo si può rendere necessario qualche intervento di manutenzione, che sarà fatto gratuitamente nei primi 10 anni, se rientra nei termini della garanzia.

Dipende da caso a caso; in media, una volta l’anno. Sarà il dottore a suggerire sedute più ravvicinate qualora lo ritenga opportuno.

No, solo su prescrizione del dentista. Un utilizzo prolungato può generare delle macchie che vanno via solo con la pulizia. Si consiglia un colluttorio a base di fluoro per limitare l’insorgere di carie.

Se il dentista non riscontra problemi di carie, si può applicare in studio una sostanza a base di fluoro che desensibilizza il dente. Se è una sensazione diffusa, che abbraccia molti elementi, si applicano delle mascherine con una sostanza simile che devono rimanere in posa 4 minuti ad arcata. Questo riduce l’ipersensibilità.

No, nella scala degli alimenti che causano ipersensibilità gli agrumi sono al primo posto insieme alle bevande gasate. È buona norma, dopo averli assunti, aspettare sempre 30 – 45 minuti prima di lavare i denti. In questo modo si dà il tempo di tamponare la demineralizzazione causata dalla elevata acidità.

Nella seduta di igiene professionale, le verrà illustrato il corretto utilizzo del filo interdentale. È infatti fondamentale usarlo per eliminare la placca che si deposita tra dente e dente limitando così l’insorgere di carie interdentale.
Il filo non cerato pulisce meglio, quello cerato, invece, scivola più agevolmente in caso di spazi particolarmente stretti.

Le otturazioni sono facilmente sostituibili con le resine composite che si usano abitualmente e che sono esteticamente più valide.
L’amalgama non è un materiale dannoso, quando sta in bocca; la sua pericolosità viene imputata ai vapori di mercurio che si respirano quando il materiale si posiziona o si rimuove dalla bocca. Per ridurre al minimo la quantità di vapori di mercurio inalati si usano alcune precauzioni, come l’uso della diga di gomma e l’aspiratore ad alta velocità.

L’unico modo è mettere in atto un’attenta igiene orale a casa, lavando i denti 2 volte al giorno per almeno 2 minuti e utilizzando, almeno una volta al giorno, il filo interdentale.
Si consiglia l’utilizzo di dentifrici e colluttori al fluoro.

Si, in questi casi è consigliabile sottoporsi a controlli periodici più ravvicinati per individuarne prima l’insorgere.

I cibi zuccherati sono fermentati dalla placca batterica che produce acidità. Quest’ultima corrode lo smalto dei denti provocando la carie dentale.

È quella patina biancastra che si deposita sui denti ed è formata da batteri che, nutrendosi di zuccheri, si organizzano dando il via al processo carioso.

È un’operazione che durerà circa un’ora. Si incide la gengiva e si procede alla rimozione del dente. Il paziente non sentirà alcun dolore, solo il rumore del trapano e la guancia divaricata dall’assistente. A fine seduta, gli verrà consegnato un foglio con tutte le indicazioni da seguire. Naturalmente, per quel giorno, dovrà stare a riposo. Il periodo postoperatorio sarà caratterizzato da qualche giorno di indolenzimento della parte ben controllabile con un antidolorifico e gonfiore per circa una settimana.

No, solitamente non bisogna sospendere. Il dentista metterà all’interno della cavità una spugna di emostatico e un punto per tenerla ferma. Questo impedirà l’eccessivo sanguinamento.

È un’operazione chirurgica che permette di portare alla luce il canino definitivo che era rimasto sottogengiva. Lo spostamento avverrà avvalendo di sistemi ortodontici che permetteranno infine, dopo un lungo trattamento, l’allineamento del canino con gli altri denti.

Dura in media un paio d’ore. Dopo si devono seguire le indicazioni che ridurranno la sensazione di dolore.

Il primo controllo è consigliabile verso i 4 anni. Poi verrà inserito nei richiami annuali per monitorare l’evoluzione.

Se il bambino ha meno di 2 anni, si consiglia di avvolgere intorno al proprio dito una garzina sterile per rimuovere la placca sui dentini da latte. Dai 3 anni in su, bisogna gradualmente instradarlo in quelle che sono le buone norme di una pulizia quotidiana.

Di solito si attende l’adolescenza, ma sarà comunque il dentista a stabilire i giusti tempi.

Questo dipende da quali saranno i tempi della permuta. Se il dente è in procinto di cadere e non le fa male, si può aspettare la caduta; altrimenti è sempre meglio curarlo in modo che la bambina non provi dolore e non si creino infezioni.

È bene che il ragazzo venga sottoposto ad una visita specifica per questo tipo di problema. Il più delle volte dipende da:

  1. una cattiva o scarsa igiene orale
  2. Un momento transitorio dettato dal corpo in cambiamento.

Sarà il dentista dopo la visita a darle indicazioni più precise.

In generale, si aspetta che il bambino cambi tutti i denti e questo avviene, mediamente, verso i 12 anni. Il dentista può, però, valutare se ricorrere ad apparecchi specifici prima di questa età. Per questo motivo è utile fare le visite annuali.

Si, non c’è alcun limite di età previa visita dal dentista.

La durata è variabile e dipende dal tipo di problema che si deve risolvere. Nei ragazzi con la dentatura permanente può durare 2 – 3 anni al massimo. Il trattamento in sé non è doloroso, tranne un’iniziale dolenzia dopo il montaggio.

Se si porta un apparecchio fisso, bisogna utilizzare correttamente l’ago passafilo superfloss che forniamo noi durante la prima seduta con tutte le relative indicazioni.
Se si portano le mascherine Invisalign, si consiglia un’attenta pulizia ogni qual volta le si indossi dopo aver mangiato.
È fondamentale mantenere i denti costantemente puliti perché è molto più facile che si creino nuove carie.

Gli aligner Invisalign hanno il vantaggio di essere invisibili e difficilmente si noterà che li sta indossando.
Sarà il dentista a valutare, analizzando le radiografie, se questo trattamento è idoneo al caso particolare.
Il costo solitamente è maggiore rispetto ad un apparecchio ortodontico tradizionale.

Si, è possibile farlo solo se si cura prima la parodontite.

Questa è una decisione che prende il dottore in base al quadro clinico. In molti casi, però, la malattia si può curare seguendo il trattamento iniziale, il mantenimento periodico e utilizzando tutti gli strumenti forniti in studio.

No, l’utilizzo costante degli scovolini della giusta misura è fondamentale per comprimere la gengiva e ridurre così le tasche gengivali. Il filo viene utilizzato solo per i denti anteriori superiori per evitare il formarsi di spazi antiestetici.

Se ci si accorge che le gengive sanguinano e che i denti cominciano a muoversi, si capisce che la malattia ha già fatto molta strada ma, probabilmente, si è ancora in tempo ad arrestarne la progressione.
Il tutto viene aggravato da una cattiva igiene orale e dal fumo.

Si incide la gengiva e si riposiziona a coprire la porzione di radice esposta. A volte si preleva una porzione di gengiva dal palato e si posiziona in corrispondenza di quest’ultima. Risulta essere molto importante seguire passo dopo passo le indicazioni postoperatorie dettate dal dentista, le tecniche di pulizia e, in un secondo momento, di spazzolamento della zona interessata. Il periodo postoperatorio è caratterizzato solitamente da gonfiore della parte e a volte un livido che durano circa una settimana.

Si potrebbe verificare un crack del dente o della radice sia tra un appuntamento e un altro che dopo mesi o anni. Per evitare che ciò accada, vengono abbattute le pareti sottili e fragili del dente, che sarà ricostruito nella seduta conclusiva.

Bisogna fare una visita e una radiografia per controllare che la devitalizzazione si stata effettuata in modo completo. Se questo non dovesse emergere, occorre fare il ritrattamento: si riapre il dente, si svuota del materiale canalare precedentemente inserito e si rifà la devitalizzazione dal principio.

Quasi sempre l’unica alternativa è l’estrazione.

Quando la donna è in gravidanza, si tende a preferire il secondo trimestre.
Se allatta, deve prelevare il suo latte perché, a causa dell’anestesia, non potrà nutrire il bambino per 4 ore dopo la seduta dal dentista.

Quando si vuole dare una protezione per il rischio di frattura in denti devitalizzati o quando la carie ha distrutto gran parte della corona rendendo difficile fare una buona e durevole ricostruzione diretta in resina.
Alle volte anche per l’estetica, nel caso di denti devitalizzati e scoloriti.

Si suggerisce l’utilizzo del superfloss che, grazie alla sua estremità rigida, permette l’inserimento facilitato del filo e la parte spugnosa trattiene più placca.

Se la manutenzione ordinaria del laboratorio non porta miglioramenti, è possibile inserire nella gengiva 2 – 4 mini impianti che permettono l’ancoraggio della protesi attraverso un sistema a bottoni. In questo modo è anche facilmente rimovibile la sera.